Con il perdurare della pandemia da COVID-19, che ha sconvolto l’organizzazione degli ospedali italiani con il rischio concreto di ripercussioni sulla qualità dell’assistenza sanitaria offerta a cittadini e pazienti, arrivano i primi dati italiani che riportano quale sia l’impatto dell’emergenza legata all’infezione da SARS-CoV-2 in campo oncologico
L’oncologia è stato uno dei settori che ha destato particolare attenzione al momento dello scoppio dell’emergenza sanitaria da COVID-19 nel nostro Paese, per due motivi principali. Accanto alla necessità di garantire la continuità delle cure oncologiche ai pazienti già in trattamento e a ai pazienti che hanno ricevuto una nuova diagnosi oncologica o hanno intrapreso un percorso diagnostico durante la fase di pandemia, si è imposta infatti l’urgenza di garantire che questo avvenisse nel contesto più sicuro possibile, riducendo al minimo il rischio di infezione da SARS-CoV-2 per pazienti, familiari e operatori sanitari.
Si è registrato in questi mesi l’alto tasso di interruzione dei trattamenti oncologici tra i pazienti che risultavano positivi al SARS-CoV-2, indipendentemente dalla gravità del quadro clinico legato all’infezione, ma anche di quei pazienti che non erano positivi, ma non potevano accedere alle strutture ospedaliere per motivi di sicurezza.
Si sono poi registrate altre modifiche della pratica clinica seppur con l’obiettivo di mantenere le cure, ma garantendo il più possibile la sicurezza di pazienti, familiari e operatori sanitari.
Follow up saltati, tentativo di ricorso alla telemedicina, impossibilità di garantire a tutti un supporto adeguato dal punto di vista clinico e psicologico sono criticità reali che dovranno essere gestite con la massima rapidità ed efficienza.
Diagnosi precoce e chirurgia hanno risentito e risentono significativamente della situazione in essere con ripercussioni che emergeranno dal punto di vista epidemiologico e del quadro della malattia nei mesi a venire. Nei primi 5 mesi del 2020 in Italia è crollato lo screening oncologico rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si osservano neoplasie in uno stadio più avanzato, con minori possibilità di guarigione, interventi chirurgici e terapie più invasive.
Offrire la possibilità ai discenti, mediate un confronto diretto, di approfondire le conoscenze sulla gestione appropriata del paziente con carcinoma del polmone, alla luce dell’emergenza pandemica Covid 19 e sulla base dei dati della letteratura, ma anche dell’esperienza tratta dalla real life.
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